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martedì 7 febbraio 2012

Fondamenti di Economia Politica #1

Spiego oggi in modo sintetico ed esaustivo una delle teorie fondamentali della moderna economia politica: il moltiplicatore keynesiano.

Per le notizie biografiche rimando a wikipedia.

La teoria del moltiplicatore keynesiano rappresenta una delle domande più frequenti per chi deve sostenere l'esame di economia politica e le teorie di Keynes hanno fortemente mutato le concezioni economiche del '900 e dato un importante contributo per la politica economia: esiste tutt'oggi una scuola denominata come post-keynesiana.

Keynes introduce nella sua analisi dei consumi la propensione marginale al consumo che indicherò con MPC. Questa per l'economista è estremamente importante e su essa si basa la teoria del moltiplicatore del reddito assieme alle altre variabili: I (investimenti) e Y (reddito). Procediamo per gradi...

La propensione marginale al consumo è indicabile con la formula:

(*cliccare sull'immagine per visualizzare correttamente)
cioè è il rapporto percentuale tra l'aumento del consumo al fronte dell'aumento del reddito di una unità. Ad esempio Y aumenta di 10 e C aumenta di 7. Il rapporto che avremo sarà 0,70: l'individuo consumerà il 70% del proprio reddito. Keynes ci dice che questo rapporto sarà costante nel breve periodo e che chiaramente l'aumento dell'MPC sarà inferiore all'unità (cioè l'individuo non spenderà la totalità del proprio reddito perché tenderà a risparmiarne una parte).

Facciamo ora un esempio:
Lo Stato decide di porre in atto un'opera pubblica pertanto pagherà tot operai per un totale di 100.000 euro. Questi 100.000 euro rappresentano un aumento del reddito
  • una parte sarà consumata (ad esempio MPC: 70%)
  • una parte sarà risparmiata (il restante 30%)

Cosa succede poi?

Questi 70.000 euro di consumi si trasformeranno in reddito per altri che a loro volta consumeranno. Quanto ne consumeranno? l'MPC ci dice 70% quindi 49.000.

Cosa sta succedendo alla nostra economia?

Stiamo generando del reddito o meglio lo stiamo moltiplicando perché in realtà con l'aumento di 100.000 iniziale non abbiamo ottenuto 100.000 euro di reddito ma 100.000 + 70.000 + 49.000 e così accadrà fino a quando non si esaurirà l'effetto del moltiplicatore o fino a quando non si raggiungerà la piena occupazione (cioè i fattori produttivi sono tutti impiegati e l'impresa non può espandere ulteriormente l'offerta). Nel caso si raggiungesse la piena occupazione l'impresa reagirà dunque alzando i prezzi.

Il moltiplicatore di keynes funziona solo se:

  • c'è consumo del reddito;
  • le imprese espandono la produzione e non aumentano i prezzi.

Keynes ci vuole quindi dire che per generare un aumento di reddito (e quindi di produzione) occorre stimolare l'economia con un investimento iniziale, compito che spetta allo Stato.

Indicazioni di politica economica

Per rilanciare gli investimenti si cercherà di far abbassare i saggi di interesse sui depositi bancari, in questo modo le banche potranno abbassare gli interessi per i prestiti alle imprese incoraggiando gli investimenti privati.

Gli economisti tuttavia (anche keynesiani), riconoscono la possibilità dell'effetto cosìddetto di spiazzamento (crowding out) cioè: gli investimenti pubblici in realtà spiazzano quelli privati per il fatto che un aumento di investimenti fa aumentare il saggio di interesse e quindi scoraggiano i privati. Ulteriore critica: gli investimenti pubblici oltre a generare uno spiazzamento in realtà sono meno efficienti di quelli privati.

APPENDICE

formula del moltiplicatore:

nella #2 illustrerò il processo di derivazione di questa funzione.


-Luca Mazzucco

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